Passando dal saio al travestimento da clown, suor Linda realizza veri e propri spettacoli di evangelizzazione e di divertimento
di Laura Badaracchi
Possono servire anche un naso rosso, palline e qualche foulard in cui nasconde una colomba per annunciare il Vangelo ai più piccoli con un sorriso. E far riscoprire ai più grandi lo stupore di restare senza parole, a bocca aperta. Perché a vestire i panni di un prestigiatore molto originale è suor Linda Frola: i bambini l’hanno ribattezzata Maga Maghella, ma lei ama definirsi «Sorella Fantasia: preferisco usare questo nome d’arte», dice.
Sì, perché la religiosa, delle Francescane Ancelle di Maria, insegna religione in un istituto comprensivo della provincia di Firenze, ma di pomeriggio o nel fine-settimana si trasforma in un clown capace di catturare l’attenzione dei bambini raccontando alcune parabole evangeliche in modo quanto meno originale, ma efficace: «Le memorizzano, anzi le interiorizzano. L’ho verificato con tanti miei alunni: se la volta successiva chiedo di rappresentare la parabola con un disegno, nessuno traccia sul foglio i “trucchetti” che ho usato, ma semplicemente i personaggi e l’ambientazione narrata».
Certo, suor Linda – che a settembre compirà 49 anni – non si è messa un giorno a tavolino per elaborare teoricamente questo “metodo” di annuncio tanto singolare: esperienze e circostanze l’hanno condotta a scoprire dentro di sé queste capacità che affascinano i ragazzi e che possono diventare uno strumento pastorale. Originaria del Bresciano, è cresciuta a mille metri di altitudine in una famiglia semplice, la maggiore di quattro figli. Immersa nella natura e nell’autenticità della vita contadina, era «molto discola e ribelle, vivace; cantavo e praticavo sport, ma coltivavo nel profondo di me stessa il desiderio di dedicare la vita agli altri», ricorda. Inizia a farlo frequentando il corso da infermiera; poi, dopo varie esperienze e intensa ricerca, si sente attratta particolarmente dalla spiritualità francescana a La Verna: «Mi ha colpito il Francesco delle stimmate che entra pienamente nel dolore. In quel momento per me era assurdo, incredibile e non riuscivo ad accettarlo».
Vicino al santuario, Linda conosce una comunità delle suore in cui poi deciderà di entrare a 25 anni: vivevano in una casa di contadini ristrutturata, ambiente familiare per lei. Un istituto che conta una cinquantina di consacrate fra Italia, Colombia e Indonesia, impegnate sul fronte dell’educazione, della pastorale giovanile, dell’assistenza.
Suor Linda passa sette anni a La Verna, poi sei in Calabria «dove nel 2000 vengo invitata a partecipare a un pellegrinaggio dell’Unitalsi a Lourdes dedicato esclusivamente ai bambini malati e disabili. L’animazione dei clown arrivava immediatamente ai piccoli in difficoltà: ne restavo affascinata, perché suscitavano una simpatia incredibile. E, ne sono certa, anche Gesù era simpatico… Nel frattempo avevo già cominciato a fare qualche giochino (facevo sparire un piccolo oggetto o un fazzoletto) e per la mia professione perpetua dei voti un’amica mi ha regalato un corso completo di magia».
Da autodidatta, la religiosa elabora il metodo della gospel magic (dall’inglese: «La magia del Vangelo»), che consiste «nel trasmettere i valori della fede in maniera accattivante, non disdegnando il gioco. Ho cominciato questa avventura non solo imparando le tecniche base del gioco di prestigio, ma scegliendo di applicare questo linguaggio – che poi ho scoperto molto diffuso in ambiente protestante statunitense – all’evangelizzazione rivolta a tutti, anche ai non credenti. Giocando, fai arrivare alle persone soprattutto un messaggio, la pedagogia del valore: “Io ci sono, io valgo, forse Dio vuol bene anche a me”».
FONTE – CREDERE