A Roma un “ospedale da campo” per far fronte ad un’ emergenza...

A Roma un “ospedale da campo” per far fronte ad un’ emergenza senza pari

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di Laura Galimberti

“Una situazione tragica, al collasso, invisibile ma devastante”. A sottolinearlo con determinazione è don Giovanni Carpentieri, prete di Roma che collabora al progetto diocesano “ospedale da campo”, promosso in collaborazione con i Padri Rogazionisti. “Non si tratta di recuperare qualcuno” spiega “ma di abitare le periferie, soprattutto esistenziali, con lo stile del buon samaritano. Non parlare, ma fare come il Signore Gesù, prendersi carico dei giovani caduti nelle trappole dei briganti, e di ladroni oggi ce ne sono tanti!”. Abitare i luoghi dei giovani, senza demonizzarli, quelli in cui vivono o meglio si lasciano vivere: scuola, divertimento, zone di prostituzione, spaccio di droga, contrabbando, “ambienti che non conoscono crisi”. Gli strumenti? “Quelli del buon samaritano: era nell’ambiente, ha preso in carico lo sventurato, ha attivato risorse – l’oste – ha messo in rete gli spazi – l’osteria – pagando anche in prima persona, e poi è tornato”. Costruire reti che fronteggino la dispersione scolastica, la violenza domestica; generare spazi nuovi. “Ci sono giovani schiavi, che non si sentono dipendenti e quotidianamente continuano a spaccarsi. Per un ragazzo di 15 anni è assolutamente ordinario andare a prostitute o drogarsi. Di fronte a questa emergenza dobbiamo resettare la pastorale, rendendo ordinaria questa operazione, come l’oratorio, il teatro, la polisportiva”. Una operazione che necessita di una comunità, perché – aggiunge – non si tratta solo di approcciare i ragazzi, ma di prenderli in carico, e iniziare un percorso di inversione alla marginalità”.
Quattro gli step: PRESENZA negli ambienti giovanili, dai luoghi informali di aggregazione ai campi Rom, ai circuiti della prostituzione, in collaborazione con operatori del settore, educatori, agenzie educative operanti; PRESA IN CARICO del giovane in disagio, con interventi di tipo sanitario, psicologico, legale, sostegno scolastico, in rete con insegnanti di religione o altre discipline, famiglie tutor, collaborando con scuole di specializzazione in psicologia evolutiva, esperti in ambito legale; ACCOGLIENZA, con alloggio e mensa temporanea, assistenza per figli a carico, in sinergia con Congregazioni religiose, parrocchie, enti no profit, aggregazioni laicali, confraternite, comunità, disponibili a dare spazi e luoghi nelle proprie strutture per ospitare ciascun ragazzo. Infine STUDIO O IMPIEGO, con analisi delle competenze, orientamento, formazione e inserimento contando sul supporto di aziende operanti sul territorio, collaborazioni con imprese sociali, partecipazione a bandi.

Il progetto Ospedale da Campo – conclude don Giovanni – è già operativo e offre ora la possibilità, a chi è interessato, di coinvolgersi in uno dei 4 ambiti in cui si ritiene opportuno attivarsi, condividendo risorse umane, spazi, competenze professionali o di volontariato”. Info don Giovanni Carpentieri cell 338.1863803 don.giovanni@inwind.it

FONTE – CISM

 

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