Il Papa incontra i consacrati

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Sabato 16 maggio in aula Paolo VI: filo conduttore sarà la “profezia”. Padre Agostino Montan: «Presenza incisiva nelle periferie esistenziali»

Papa Francesco incontra le “sue mani”: i consacrati attraverso i quali, come vescovo di Roma, opera nella sua diocesi. L’udienza del Santo Padre ai consacrati, in programma sabato 16 maggio, alle 11 in aula Paolo VI, sarà una giornata di festa e di riflessione sulla loro missione nella diocesi di Roma (i biglietti si ritirano in Vicariato). «L’incontro – spiega padre Agostino Montan, direttore dell’Ufficio per la vita consacrata che ha organizzato e promosso la giornata – si svilupperà in due momenti.

Intanto sarà una vera e propria festa, con preghiere, canti e vari interventi per esprimere la realtà viva e vivace della vita consacrata in Roma. Ci saranno vari gruppi provenienti da tutto il mondo: ognuno si esibirà sul palco e sarà brevemente intervistato». Filo conduttore dell’evento sarà la profezia, tema contenuto nella lettera di Papa Francesco ai consacrati dello scorso 21 novembre. «Il secondo momento della giornata – prosegue padre Montan – sarà caratterizzato dalla presenza del Papa, al quale saranno rivolte domande da ciascuno dei testimoni che presenteranno la loro esperienza di vita consacrata a Roma. Poi ascolteremo le sue parole».

I consacrati nella diocesi di Roma sono circa 25 mila. «È una presenza incisiva e diffusa – puntualizza il direttore dell’Ufficio per la vita consacrata – soprattutto in quelle che il Papa chiama le periferie esistenziali. Troviamo consacrati accanto ai carcerati, accanto ai bambini abbandonati, alle mamme sole. Accanto ai migranti e nelle scuole cattoliche. Sono vicini ai malati di tutte le forme di malattia. I consacrati riconoscono, nella carne del povero, la carne di Cristo». A metà dell’anno dedicato alla vita consacrata, indetto da Papa Francesco lo scorso novembre, l’incontro sarà un’occasione per riflettere sul ruolo dei consacrati oggi.

«Nella sua riflessione – annuncia padre Montan – una monaca contemplativa di uno dei 28 monasteri della diocesi, chiederà per esempio al Papa il significato del monastero urbano. In che modo può essere lievito e sale nella Chiesa diocesana? Prima del Concilio c’era una presenza diversa della vita consacrata nella Chiesa. Con il Concilio Vaticano II la Chiesa locale è diventata il centro della vita della Chiesa. Un’altra delle domande che verrà sollevata sabato prossimo verterà sull’accoglienza dei consacrati, che spesso fanno fatica a trovare disponibilità di confessori o direttori spirituali cui affidarsi.

I consacrati sono spesso compresi solo per la loro funzionalità e per i servizi che svolgono. Desiderano invece essere accolti per la loro identità e per il carisma di cui sono portatori. Da qui deriva qualche difficoltà di inserimento nella vita locale. I consacrati della diocesi di Roma – sottolinea padre Montan – non cercano applausi né le prime pagine dei giornali. Sentono di essere lievito e sale nel popolo di Dio con la loro missione profetica». A partire da settembre-ottobre 2015 fino al 2 febbraio 2016 (fine dell’Anno dedicato alla vita consacrata) altre iniziative saranno messe in campo dall’Ufficio diretto da padre Montan in collaborazione con l’Usmi.

«Stiamo organizzando sei o sette giornate – annuncia suor Rebecca Nazzaro, consigliera dell’Usmi diocesana – in cui proporremo delle attività aperte a tutti, per far conoscere la vita consacrata. Pensiamo ad una visita in un ospedale o all’interno di un convento. L’obiettivo è “svegliare il mondo”, come dice Papa Francesco, e farci conoscere al di là dei pregiudizi. Questi “open day” saranno delle occasioni in cui noi consacrati ci apriremo e faremo partecipi della nostra missione anche chi di solito non vi è interessato».

 

FONTE – ROMASETTE

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