“Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”

“Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”

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Domani, sabato 16 maggio, presso il Salone Internazionale del libro di Torino, sarà presentato il libro di Marina Lomunno “Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”, realizzato in forma di intervista a don Domenico Ricca, salesiano, da 35 anni cappellano al carcere minorile di Torino.

“Da tempo la giornalista della Voce del Popolo mi chiedeva insistentemente di lasciarmi intervistare per raccontare la vita quotidiana dei giovani detenuti. Ho sempre detto no e chi mi conosce sa bene perché! Poi, però, l’occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco mi ha spinto ad accettare” ha raccontato don Ricca, meglio noto tra i ragazzi del Ferrante Aporti come “don Mecu”.

Il libro che viene presentato domani è il libro delle loro storie e del sogno di un prete salesiano che cerca di vivere il carcere come un oratorio. Una lunga intervista che si legge quasi come un romanzo e da cui emerge un quadro vivo, toccante delle esperienze di accompagnamento realizzate dal salesiano in carcere, mantenendo però sempre la giusta discrezione, dato che i veri protagonisti sono ragazzi e adolescenti che hanno bisogno di crescere senza esposizioni mediatiche inutili e dannose.

Il libro è anche un omaggio ai ragazzi e ragazze del Ferrante, a uomini e donne delle istituzioni che hanno condiviso con don Ricca questa lunga esperienza, un omaggio a Don Bosco, in quest’Anno Bicentenario della sua nascita, che da giovane prete visitò le carceri di Torino e ne rimase scosso.

“Non posso dimenticare Mauro, proveniva dal Novarese. Uno dei primi inserimenti lavorativi che abbiamo sperimentato in un’officina. Ancora anni dopo, ogni volta che veniva a Torino, non mancava di farmi visita al Ferrante, mi ha fatto conoscere la sua sposa e il suo bimbo. E poi Franco, di Vercelli. In carcere aveva messo su una band: musica metal, rock duro e poi fuori ha fatto dei concerti” racconta don Ricca nell’introduzione.

“In tutti questi anni i ragazzi cosa mi hanno lasciato? – continua il Salesiano – Se li conosci a fondo sono come i ragazzi che incontri all’oratorio, a scuola, se li conosci ti affezioni prendi a cuore le loro storie…ma soprattutto capisci che ci vuole tanta passione e tanta fiducia perché, oggi, è sempre più vero quanto diceva Don Bosco: in ogni ragazzo anche il più discolo puoi avviare un punto sul quale far leva ed è compito dell’educatore scoprire quel punto d’incontro”.

I diritti d’autore del libro, edito dalla editrice salesiana Elledici, saranno devoluti per lo studio e l’accompagnamento al lavoro dei ragazzi del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino.

FONTE – AGENZIA INFO SALESIANA

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