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Sr. Bonetti, “Pronte ad accogliere 150 tra donne e bambini. Facciamo rete unendo le nostre povertà”

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di Laura Galimberti

E’ appena rientrata dagli Usa dove sarà aperta una casa di accoglienza per minorenni vittime di tratta e sfruttamento, gestita da una comunità di religiose e sostenuta da vari enti religiosi e governativi. Tra le mani un elenco, quello del progetto mamme e bambini profughi: “Abbiamo chiesto agli Istituti femminili di accoglierli per quanto loro possibile. Hanno risposto 50 Congregazioni, pronte ad ospitarne 150”. Da Como a Brindisi, Olbia, Catania, Macerata l’elenco è lungo. Tra le voci Orsoline, Francescane, Passioniste, Cappuccine, Serve della Divina Provvidenza, Figlie della Carità e tante altre. Hanno offerto camere, locali di scuole momentaneamente chiuse, conventi, posti letto, capannoni da ristrutturare. “Le donne profughe, incinta con neonati o bambini piccoli hanno bisogno di ambienti adeguati, che ne rispettino e tutelino la dignità. Chiediamo alle autorità e agli enti preposti, che ci sostengano in questo percorso, in particolare sobbarcandosi tutti gli aspetti burocratici. Non c’è tempo da perdere!”.

Sr. Eugenia di miracoli ne ha visti tanti. Dal 2000 in 100 piccole case, 250 religiose di 70 Congregazioni hanno recuperato 6 mila donne, migranti, vittime di tratta. “Non è un sogno”, ribadisce Sr. Eugenia Bonetti, 76 anni, missionaria della Consolata, responsabile dell’Ufficio Tratta Donne e minori dell’USMI. “Interventi che sono andati dal permesso di soggiorno, ai documenti, al reintegro nella società. Solo in rete possiamo fare qualcosa, rispondere ai nuovi bisogni, unendo le nostre povertà”.

Altro miracolo quello del CIE di Ponte Galeria: “in 10 anni, 60 suore di 27 nazioni e 28 Congregazioni hanno offerto aiuto e sostegno a donne in attesa di espulsione”. Ma fermarsi non si può: “Mi arrabbio quando sento dire che bravo Papa Francesco!” confida, mentre prepara la valigia per l’Africa. “Facciamo quello che chiede e in primis facciamo rete tra noi!”.

Foto Laura Badaracchi

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