Jorge, 33 anni (Spagna): genitori atei ed heavy metal nelle orecchie

Jorge, 33 anni (Spagna): genitori atei ed heavy metal nelle orecchie

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Palencia, Spagna: Jorge, capelli scuri, sguardo profondo, si laurea in scienze chimiche ed è impegnato nel servizio ai giovani del movimento scout. Informatica e teologia le passioni, condite in salsa heavy metal. Poi nel 2002 a Bujedo, un monastero al nord di Burgos, durante un incontro di preghiera per il Natale, “un momento di silenzio, profondo” ricorda “in tarda mattinata”.

La decisione: iniziare il cammino, comprendere la via. “I miei genitori non sono credenti ma mi hanno trasmesso una grande attenzione per la giustizia e la solidarietà. Poi i compagni nel collegio, sempre disponibili e accoglienti. Ma soprattutto i bambini, specialmente quelli con difficoltà: loro mi hanno permesso di uscire dalla mia “torre di marfil”, dove lo studio era condizione di isolamento, per chiedermi conto delle necessità del mondo. Ho pensato ad un certo punto che qualcuno mi avesse fatto il lavaggio del cervello, che distraendomi sarebbe passato tutto. Ma solo Dio poteva saziare la mia sete. La reazione dei miei è stata terribile, hanno lottato con tutte le forze. Ma quando hanno capito che ero felice così, hanno iniziato a sostenermi fino al punto di sentire mia madre esultare durante la professione perpetua!”

Idem gli amici: “praticamente nessuno capiva e molti ancora non capiscono. Scommettevano su quanto sarebbe durata. Ho avuto anche delle storie con delle ragazze prima di entrare in seminario. Forse la loro era una lettura legata a propri fallimenti di storie, non ho mai capito bene.

Certezza piena che fosse la strada giusta? Non l’ho mai avuro. Ho intuito che poteva esserlo. Poi c’è voluta fiducia. Da 12 anni ora ho consacrato la mia vita tra i lasalliani ma soprattutto all’inizio avevo paura di fallire, di perdere tempo, non essere in grado. Ora quel che temo invece è non sentire abbastanza la presenza di Dio accanto a me, vivere il compromesso borghese, credermi arrivato, tradire il Vangelo. Non so come ho fatto a venirne a capo. Certo non da solo o per mio merito. E’ Dio che chiama non c’è altra risposta. E’ Lui che mi ha incluso, parlandomi attraverso gli avvenimenti quotidiani, invitandomi a vivere secondo il Vangelo. La vita comunitaria ha le sue difficoltà: diverse generazioni vivono insieme, con interessi e atteggiamenti diversi rispetto alla vita. Saper coniugare libertà personale e vita comunitaria non è semplice. Ma del resto è nella comunità che ho imparato a conoscere di più la mia vita. La mia vita è a servizio in particolare dei giovani della Galizia, nella Spagna nord occidentale. Sono un educatore: prima missione è costruire comunità, generare legami di amicizia, con tutti. Sogno una Chiesa sempre più umile e fraterna, un mondo più giusto e solidale e personalmente chiedo a Dio di darmi perseveranza, pazienza ed esperienze missionarie.

Molti conoscono l avita consacrata dai cartoni animati. Pensano che abbiamo rinunciato ad amare. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. La vita consacrata è passione pura per l’uomo e per Cristo; gioia, profonda, quella che nasce dal Vangelo; Impegno, senza soluzione di continuità, tradimenti, oggi e sempre”. (L.G.)

Foto Altrodadire

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