Convegno Aipas: gli ordini religiosi e i laici, “insieme per servire”

Convegno Aipas: gli ordini religiosi e i laici, “insieme per servire”

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Il rapporto tra laici e consacrati è la sfida di questi giorni per gli ordini religiosi. Ineludibile, come hanno ricordato fra Marco Fabello (Fatebenefratelli) e suor Riccarda Lazzari (ministre degli infermi di San Camillo), che oggi hanno animato la tavola rotonda sulla condivisione del carisma con i laici, cui è dedicato il terzo giorno di convegno Aipas sulla Sapienza del cuore, a Santa Maria degli Angeli, in Assisi. Le testimonianze sono tutte nel segno di una riscoperta della collaborazione con i laici, “insieme per servire” come dicono all’Aipas. Secondo fra Raffaele della Torre, consigliere generale dell’Ordine dei frati minori cappuccini (10.200 religiosi in 104 Paesi) “in questi anni i laici ci hanno mostrato sempre più spesso la capacità di un accompagnamento dell’aspetto prettamente umano del malato che noi religiosi facciamo fatica a esprimere mentre insistiamo sull’aspetto pastorale e catechetico. Ad esempio, s’impegnano molto nella creazione di luoghi di accoglienza oppure stabilendo un dialogo fraterno ed empatico che permette di affiancare assistenza spirituale e corporale”.

Suor Nunzia di Gori, superiora generale delle suore della carità di S.Giovanna Antida Thouret, ha spiegato che “in 215 anni di storia abbiamo avuto tante relazioni con i laici e ultimamente abbiamo compreso che i laici per noi sono interlocutori, diversi, complementari e corresponsabili della Grazia e della missione di amare Gesù e i poveri che sono le sue membra. In altre parole, riconosciamo che non si può vivere il carisma se questo carisma non è vissuto anche da un altra vocazione e da questa consapevolezza è nata una collaborazione molto proficua”. Padre Gianfranco Lunardon, consultore generale dei Camilliani, ha ammesso che “i laici hanno il valore dello sprone e a volte di destare inquietudine, laddove ti graffiano perché scoprono che tu per primo non sei fedele al tuo mandato. Oggi il punto di partenza della collaborazione è la riscoperta della pedagogia del gesto sanante”. Infine, per suor Emma Dal Maso madre generale delle suore Dorotee di Vicenza, il rapporto con i laici è un ritorno alle origini: “La congregazione è nata proprio con l’aiuto di laici, ma purtroppo nel tempo la componente laicale si è persa. L’ultimo capitolo generale parla non a caso di ricomprenderci con i laici perché riemerge chiaramente questa esigenza”.

FONTE – SIR

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