A San Giuseppe al Trionfale, i giovani della comunità in Jesus Christ Superstar. Poi, in tournée la raccolta fondi per i terremotati
Francesco sta ultimando l’ultimo boccascena esterno: tela e striscette alla mano, sorride: «e non hai visto il resto!». Due anni di prove. 25 i ragazzi, età media 30 anni «così facciamo fuori uno stereotipo: quello che in chiesa vanno solo anziani, bambini e genitori». L’idea a settembre del 2014: «Eravamo andati al Sistina a vedere Jesus Christ Superstar. Uscendo, il sogno: “potremmo farlo anche noi!”. Poi siamo tornati a vederlo e la convinzione dopo un mese è divenuta progetto».
Ventisei anni, Francesco Iaboni, dello spettacolo regista, sceneggiatore, direttore del coro e dell’orchestra ama “sporcarsi le mani”. Liceo scientifico, inizia a studiare ingegneria. Poi la passione per la musica fa il resto e – studio degli strumenti a parte – a San Giuseppe al Trionfale, parrocchia guanelliana, impara i primi trucchi del suo attuale mestiere, nella sala di registrazione a disposizione dell’oratorio, che ha dato i natali anche ai Rabbiosa, più volte vincitori del Good News Festival.
«Oggi sono un fonico al teatro Eliseo. È bello imparare, poter scoprire le proprie attitudini e condividerle». Il cammino nel movimento giovanile guanelliano e il suo abitare la parrocchia da sempre come una casa: «Il cast è in fondo un gruppo di amici, quelli cresciuti insieme e quelli attratti con questo progetto». Nessun professionista dello spettacolo: alle luci un futuro avvocato, il fonico studia fisica, i due operatori sono un maturando ed un ragazzo del liceo. Tra le sarte una biologa ed una psicologa per non parlare del macchinista, luca 27 anni, uno chef. «Era così convinto che ha trascinato tutti in questa avventura. Ero suo amico e non ho avuto scelta. E poi quella sua dedizione senza limiti è disarmante».
Le prime riunioni per studiare la struttura del palco: poi un anno in sala musica per imparare a cantare. Quindi sei mesi di aerobica per «poter restare in scena» e a luglio una settimana intensiva per l’allestimento del palco, dinamico con scala scorrevole ed una croce di 4 metri che sarà issata in diretta. «I sabati in garage con chiodi e martello. Poi le prove la domenica ed ogni giovedì». Valentina, 40 anni, impiegata in banca e parte dell’ensemble traccia un suo bilancio: «Non ho accettato, ho “risposto ad un ordine”. Mi ha sentito cantare ad un incontro e poi mi ha detto allora canti in Sib e poi dopo la modulazione in Sol. Così è iniziata una meravigliosa esperienza di famiglia dove ciascuno è stato accolto per come è; quella di un gruppo di ragazzi forti ora di una fraternità vera».
«Una sfida di famiglia sì – aggiunge Francesco – come piaceva a don Guanella, criterio senza il quale lo spettacolo sarebbe incomprensibile, messaggio ultimo di un’avventura nata e maturata con assoluta gratuità, in tutti». Don Wladimiro Bogoni, parroco, gusta in solitaria nell’ampio cortile la prova generale:«Esperienza aggregante, portata avanti con professionalità, tenacia e serietà. Un momento bello, vincente ed avvincente per tutti».
Sul palco questa sera, venerdì 23, e sabato alle 20:30 saliranno in 11: li affiancheranno 4 ragazzi in regia, 2 sarte, 1 microfonista, 1 macchinista e 4 musicisti: tastiera, batteria, basso e chitarra per due ore di spettacolo tutto rigorosamente dal vivo. «Le sedie sono finite» annuncia don Tommaso Gigliola, responsabile dell’oratorio, in partenza per Bari come parroco. Ma per i ragazzi è solo il primo passo. Lo spettacolo andrà in tournée nelle parrocchie guanelliane e gratuitamente nelle comunità che ne faranno richiesta. Le offerte raccolte saranno destinate ai terremotati.
FONTE ROMASETTE