Suor Elaine e suor Martina consacrate il 23 settembre scorso nella cattedrale di St Peter. Hanno lasciato le rispettive professioni – avvocato e giornalista della Bbc – per seguire la vocazione.
Ogni giorno nel cuore di Falls Road, le suore pregano. Nella piccola cappella delle Adoration Sisters entrano persone della comunità cattolica di Belfast. Anziani, giovani genitori, uomini segnati da diverse problematiche, la guerra civile che ha insanguinato questa lunga via di Belfast più di ogni altro luogo della città . Questo convento non è in un luogo casuale: si trova ad un numero civico dalla sede dello Sinn Fein, il partito che rappresenta le istanze della componente Irlandese della comunità . Quelle più vicine ai cattolici. «Durante gli accordi di pace spesso Gerry Adams e Martin Mc Guinness si rifugiavano nel nostro giardino per parlare tranquillamente», racconta suor Martina. Lei per molti anni ha lavorato come giornalista politica della Bbc proprio qui fuori. Registrando i suoi servizi davanti al grande murales di Bobby Sands, che morì nel 1981 dopo 66 giorni di sciopero della fame in carcere, una protesta portata avanti per essere riconosciuto come prigioniero politico.
Il convento delle Adoration Sisters nacque proprio in quell’anno. «Si era formata – una lunga catena di preghiera per la pace», ricordando le suore. Tutto attorno erano sparatorie, manifestazioni di protesta, scontri tra Repubblicani e Loyalisti, la parte fedele alla Gran Bretagna di cui le sei contee del Nord Irlanda fanno parte ancora oggi.
Che cosa vuol dire stare a Falls Road ogni giorno oggi? A rispondere è suor Elaine che prima di entrare in convento faceva l’avvocato: «Significa pregare, fare adorazione 24 ore su 24, anche uscendo per strada in mezzo alla gente. La nostra famiglia è composta da tutti i laici che si uniscono a noi. Questo quartiere ha un ospedale, spesso ci fermano per chiederci una preghiera per chi sta male. Alle volte ci fermano anche fuori dai pub e ci chiedono di entrare. Noi diciamo che magari non è il caso, e allora preghiamo per strada con loro».
Quelle che Elaine e Martina e le loro consorelle incontrano sono le anime ferite, ex carcerati, persone che hanno avuto un lutto, ma non solo. Sono soprattutto nella Belfast di oggi sospesa tra l’enigma di cosa sarà la Brexit e la paura del ritorno del confine con la Repubblica di Irlanda, il cosiddetto popolo dei benefits: disoccupati, giovani madri di neanche vent’anni, vittime di alcolismo e droga. «Alcuni ci dicono di non credere in Dio – riprende suor Martina – allora noi chiediamo se credono nell’amore. Ci dicono di sì. Bene, Dio è amore, venite nella nostra cappella e scoprite la vera resurrezione, la pace che non ha prezzo».
Martina si commuove nel parlare, Elaine è gioiosa ed energica: «Siamo suore gemelle», scherza e insieme raccontano la rispettiva chiamata avvenuta nel 2014 a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Non di certo diversa da quella di tante altre suore. Ma, sicuramente , la decisione di Martina Purdy, famosissimo volto della Bbc in tutto il Nord Irlanda ha fatto scalpore: «Il lunedì io conducevo la trasmissione politica dal Parlamento di Stormont. In pochi mesi ho lasciato e ho cominciato a passare i miei lunedì sera in cappella». Ultimo viaggio di lavoro a Washington per seguire Obama, e poi una vacanza a Roma con gli amici dove si ritrova ancora a pregare nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere. E come il motto che ha scelto, tratto dal Vangelo di Luca «niente è impossibile a Dio».
Così Elaine e Martina hanno fatto la prima professione circondate da tutti coloro che hanno incontrato in questi tre anni «credenti non credenti persone di altre religioni, protestanti», spiega Elaine. C’ erano tutti il giorno della celebrazione. Insieme hanno vissuto il loro «sogno di pace», come amano definirlo le due suore. E che hanno promesso con i loro voti di voler continuare a viverlo. Insieme alle donne e agli uomini di Belfast.
FONTE VIDIMUSDOMINUM