Altro che alberghi: A Gorizia le Suore della Provvidenza accolgono 150 migranti

Altro che alberghi: A Gorizia le Suore della Provvidenza accolgono 150 migranti

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Un immobile enorme costretto a rimanere vuoto: varie le scelte: “lo si chiude aspettando che ritornino i bei tempi; si cerca di venderlo e metterlo a reddito per sostenere le sorelle anziane, che non mancano; lo si mette a disposizione per servire, con modalità nuove. Abbiamo scelto quest’ultima via: l’accoglienza e la fraternità con cui si possono aprire finestre sul futuro”.

A raccontarlo è Sr. Sandra Del Bel Belluz, per la Congregazione delle Suore della Provvidenza fondate nel 1837 da San Luigi Scrosoppi: 600 nel mondo in 13 nazioni di 4 continenti, 110 in Italia, in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Lombardia, Campania e Lazio.

“Era il 2013. Ci siamo trovate di fronte a questo dilemma quando abbiamo deciso di chiudere il nostro convento di Gorizia, il Nazareno, che aveva avuto una gloriosa storia per più di 100 anni, tra l’altro rinomata scuola per infermiere, oltre che ospedale civile durante gli anni della guerra. Ci siamo messe in ascolto delle urgenze, delle tante povertà che abitavano la nostra società. Poi la richiesta della Caritas: mettere a disposizione il nostro grande immobile per l’accoglienza dei profughi. Non è stato facile superare le preoccupazioni iniziali e discernere se ciò fosse una chiamata del Signore per noi. Accompagnate dalle parole di Papa Francesco i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi, ci siamo fidate nuovamente del Vangelo e della Provvidenza, che ci contraddistingue già dal nome che portiamo, e abbiamo ceduto l’immobile gratuitamente affinché la Caritas potesse organizzare una struttura adatta ai nostri fratelli più vulnerabili”.

Attualmente la struttura ne accoglie 150, provenienti da Afghanistan e Pakistan, di etnia Pastu e Urdu.

“La casa ha ritrovato la profezia e la mistica della nostra prima fondazione, ad Udine nel 1837, a quel tempo casa per le derelitte. Una scelta, nella gratuità, che ci ha donato nuovo vigore ed entusiasmo, per fare dei poveri, i nostri padroni”.

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