Vengono da Mali, Nigeria, Afghanistan e Pakistan: sono 16 giovani profughi, dai 20 ai 23 anni, che a coppie vengono accolti alla spicciolata nelle opere della Circoscrizione Speciale salesiana Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), che si sono rese disponibili ad accogliere i migranti segnalati dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del governo.
I primi si stanno sistemando in queste ore presso il Liceo Valsalice, l’Oratorio della Crocetta e la parrocchia del Monterosa. Entro fine mese i profughi si stabiliranno anche nelle case salesiane di Cumiana, San Benigno, Novara, Trino Vercellese e Vigliano, non appena verranno firmate le convenzioni tra Comune di Torino, diocesi e case gestite dai figli di don Bosco. «Ai sedici giovani adulti vanno aggiunti quattro minori stranieri non accompagnati di nazionalità egiziana che verranno ospitati a giorni in un appartamento della Comunità residenziale per minori “Harambée”, attiva nella nostra parrocchia di Casale Monferrato» spiega don Domenico Ricca, il cappellano del carcere minorile torinese Ferrante Aporti che sta coordinando per i salesiani l’accoglienza dei profughi.
«I rifugiati che giungono in queste ore nelle nostre opere – precisa il Superiore della Circoscrizione Speciale salesiana Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), don Enrico Stasi, SDB – sono il primo frutto concreto, dopo le celebrazioni del Bicentenario di don Bosco. Se ci fosse lui oggi, si occuperebbe dei rifugiati che oggi sono i giovani più poveri».
Il percorso di ospitalità prevede un tempo di permanenza nelle strutture di massimo 12 mesi, in cui i giovani vengono invitati a frequentare corsi di italiano e di formazione professionale per garantire loro un inserimento reale nel tessuto sociale locale.
FONTE – AVVENIRE