Casa Scalabrini 634 propone un corso per autori, tecnici, conduttori. L’obiettivo: coinvolgere i migranti in maniera divertente e costruttiva
L’accoglienza e l’integrazione passano anche attraverso la radio. Ne sono convinti a Casa Scalabrini 634, struttura di seconda accoglienza per rifugiati – aperta nell’ottobre 2015 in via Casilina e amministrata dalla Fondazione per le attività scalabriniane -, che propone un corso per autori, tecnici e conduttori radiofonici, al via il 21 gennaio ogni sabato dalle 10.30. «Il progetto – spiega Manolo Macrì, responsabile tecnico – intende coinvolgere, comunicare in modo positivo, terapeutic,o per far interagire le persone accolte in maniera divertente e costruttiva».
Nella prima edizione, coinvolte 15 persone: «Giornalisti, giovani interessati, ragazzi latinoamericani, romani: esperimento e crescita anche per noi». Il laboratorio, proposto grazie al supporto dei professionisti di Amisnet, agenzia radiofonica indipendente, si divide in due parti: una editoriale con costruzione di format e una dedicata a montaggio e audio. «Una sorta di “scioglighiaccio” – commenta ancora Macrì -, perché dietro al microfono e con l’aiuto della musica la persona si apre, scopre un mondo che non conosce ed esce dallo studio ridendo. In molti ripensano al proprio Paese, alla loro storia e tramite la radio si rimettono in rete con gli altri. La musica è sempre con noi, non ci abbandona mai. Ogni ragazzo giunto a Casa Scalabrini, nel suo lungo viaggio, la porta con sé».
Nello studio di registrazione in questi giorni c’è Simon, congolese di 33 anni. Sta registrando una delle puntate di “I remember”, che prevede quattro canzoni a cui sono associati ricordi particolari. «Mi occupavo dell’ accoglienza delle persone perseguitate nel mio Paese tramite una ong – racconta -. Ma ho avuto problemi con le autorità e sono dovuto scappare. Una piroga da Brazzaville e poi con un passaporto l’arrivo in Belgio nel 2014. Sono andato all’ambasciata italiana. Hanno preso le mie impronte e sono arrivato a Roma dopo sei mesi. Ho passato due giorni in aeroporto, scortato dalla polizia. Poi due centri di accoglienza. Nessuno voleva capire il mio problema. Poi sono arrivato qui». A fare la differenza innanzitutto un abbraccio: «Quello di Emanuele, il responsabile della casa. Mi sono sentito chiedere per la prima volta: “Come stai?”. Ora sto frequentando il tirocinio in una casa editrice e l’università americana a Roma». Laureato in economia, Simon pensa sempre alla figlia, 8 anni, ancora in Congo. «Nel futuro? Tornare a casa, in un Paese rappacificato».
Il corso è parte del più ampio progetto “Web radio on the move”. «L’obiettivo – spiegano i responsabili Paola Buonomini ed Enrico Selleri – è dar vita a una radio in rete con le altre emittenti scalabriniane nel mondo, per fornire una informazione più autentica sul tema delle migrazioni e formare i fruitori, a partire dai rappresentanti delle comunità di migranti presenti a Roma».
Per informazioni: info@scalabrini634.it, 06.2411405.
FONTE – ROMASETTE