«Parlare di tutto, cristianamente», i 100 anni delle Paoline

«Parlare di tutto, cristianamente», i 100 anni delle Paoline

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di Mariaelena Finessi

L’anniversario celebrato con un convegno. Riccardi: «Don Alberione precursore del Concilio»; monsignor Celli: «Oggi importa l’esempio»

Le Figlie di San Paolo compiono un secolo di vita. Per ricordare i passi dell’Istituto e il carisma dei suoi fondatori don Giacomo Alberione e suor Tecla Merlo, le Paoline hanno tenuto un convegno a Roma, sabato 6 giugno. Cento anni di una missione che ai suoi esordi si presentava davvero rivoluzionaria: diffondere il Vangelo servendosi di ogni mezzo di comunicazione allora esistente per «parlare di tutto, cristianamente». Siamo infatti agli inizi del Novecento e «il limite dell’evangelizzazione è quello di una Chiesa che fatica a comunicare», spiega lo storico Andrea Riccardi. «Qui l’intuizione di don Alberione: di ritornare, cioè, a Paolo: riprendere a comunicare con gli uomini. Ed è l’idea fondamentale che poi scoppia con il Concilio e con Paolo VI». Nella sua enciclica programmatica Ecclesiam suam, là dove l’accento è posto sull’ascesi della comunicazione, il Papa dirà infatti della necessità di una Chiesa che «deve venire a dialogo con il mondo in cui si trova a vivere» affinché la Parola di Dio possa prendere «a circolare nell’umano discorso».

«La Chiesa, ripete Papa Francesco, è femminile – ricorda la giornalista Laura Badaracchi -. Proprio come il sostantivo comunicazione». Eppure, osserva Riccardi, l’ambiente ecclesiastico continua ad essere «troppo maschile», tanto che a volte «si fa fatica anche a stabilire un rapporto di fraternità, proprio perché mancano le donne». Alberione però no, lui «mette queste ultime non già in cucina a servire gli uomini – il fondatore della Comunità di Sant’Egidio lo sottolinea con forza – ma in prima fila, nella comunicazione». A loro si deve anche la nascita del settimanale “La Famiglia Cristiana”, come pure l’innovativo settimanale “Così” che, dal 1955 al 1966, si rivolgerà al grande pubblico femminile con temi quali la moda, la formazione, l’attualità e la cultura cristiana. Suore affabili nell’incontro, a loro Maestra Tecla raccomandava però anche la dote preziosa della «sveltezza», consapevole che usare bene il tempo è massima sapienza: «Accudire i minuti» è sua efficacissima espressione, che vuol dire non perderli, far sì che diano frutto. E in quel suo «Siate svelte», appuntato in una circolare diramata nel 1950, in cui insiste su discorsi che siano «brevi ed edificanti», con «esposizione semplice e chiara del necessario, e nulla più», è racchiusa la chiave di volta, valida ancora oggi, per una comunicazione essenziale e diretta.

Fermarsi alle celebrazioni sarebbe però sbagliato: monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, invita a guardarsi dentro e a chiedersi «che musica si ha ancora nel cuore». Perché, non può essere taciuto, «agli uomini e alle donne del nostro tempo non interessano grandi discorsi filosofici». Il mondo, oggi più di ieri, ha bisogno di punti di riferimento e di valori in cui credere. Soprattutto, ha bisogno di «vedere» perché senza la testimonianza, la parola è mero contenitore. Il gesuita Bartolomeo Sorge, esperto di dottrina sociale della Chiesa, cita san Francesco d’Assisi e la “Regola non bollata” secondo cui occorre «predicare sempre il vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole», ad intendere che il detto e il vissuto non possono essere separati. «Noi facciamo invece il contrario: parole, parole, parole. Eppure – il gesuita mette in guardia -, l’efficacia apostolica non dipende dall’efficienza dei mezzi. È la nostra vita che deve parlare. Sostituiamo pure gli otri vecchi con gli otri nuovi» ma senza una vita vissuta realmente nella fede «là dentro non troveremo vino, ma aceto». A fine giornata, la testimonianza di suor Lorenzina Guidetti, una Paolina che ha lavorato a stretto contatto con maestra Tecla e alla cui esperienza vocazionale è stato dedicato il concerto conclusivo “Il sogno di una donna” di Daniele Ricci.

FONTE – ROMASETTE
Foto Paoline.org

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