Abbiamo “Altro da dire”

Abbiamo “Altro da dire”

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di Laura Galimberti

Migranti, mancanza di lavoro, povertà, emergenza educativa. Ci sono uomini che passano e non vanno oltre. Si chinano sulle sofferenze dell’uomo e da esse si lasciano interpellare. Osano sognare il futuro, generano Speranza. Tra loro tanti religiosi e religiose, sulle frontiere, liberi da tutto, per comunicare l’ “Altro”. Lo chiede con urgenza questo momento storico, perché tanta comunicazione sa di vicoli ciechi. Lo chiede il Papa che invita in questo anno anche a “conoscere le esperienze delle altre famiglie carismatiche, degli altri gruppi laicali” per “arricchirvi e sostenervi reciprocamente”.

E’ tempo di abbandonare la timidezza, che sì custodisce l’umiltà, ma rischia anche di lasciare spazio a chi umiltà non possiede. Abbandonarla, forti di uno stile che non cerca l’autoreferenzialità o il protagonismo di chi il bene lo promuove, ma piuttosto di chi lo “muove”. Testimoniare, dire e condividere il bene, per generare un nuovo umanesimo. E, tutto, a partire dalle periferie, perché è da qui che la realtà si comprende meglio.

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